2009, gli esordi.
Alla fine non è cambiato molto, dopo 11 anni mi arrampico ancora e ho gli stessi jeans che continuo a indossare.

Ho sostituito le scarpe, troppo consumate, riprendendole identiche infinite volte.

Ho avuto il coraggio di fare di una passione un lavoro, e ci provo ancora ogni giorno, ho preso varie batoste, ma mi sono rialzata.

Ho pianto, ho riso, ho provato dolori pesanti come montagne e leggerezze che ridanno il respiro, ho preso decisioni, mi sono persa (quanto mi sono persa!), ho costruito una vita da adulta.

Ho capito che l’abbraccio della mamma è ciò che serve, sempre, anche quando cresci, che forse è stato papà muovendo tutti quei peluche e creando storie che mi ha riempito la vita di orsetti a cui poi qualcun altro ha saputo ridare voce.

Ho trovato nuovi amici, nuovi interessi, ho incontrato l’amore.

Ho scoperto che mi piace vedere il mondo e l’ho fatto davvero, prendendo voli che continuano a farmi paura per poi tornare a casa e lamentarmi che non è abbastanza (scusa Edo!).

Ho scoperto che rimboccandomi le maniche, se lo voglio davvero, posso fare tutto, anche le cose impensabili.

Ho abbracciato, sono stata coccolata, ho riposato sul divano di mamma e papà che è diventato il posto sicuro dove mollare e lasciarsi coccolare e proteggere.

Ho imparato ad acquisire consapevolezza e lasciar andare pregiudizi e pietre pesanti, a concentrarmi più su di me e quello che voglio. A dirlo ad alta voce, che mica è facile, e a farlo.

Guardo con tenerezza quell’Alice arrampicata al parco giochi di fronte all’università per uno dei primi esperimenti, ancora non sapeva che avrebbe sofferto di cervicale quasi perennemente e che cose come quelle avrebbero portato la sciatica 😅 non sapeva tante cose ma è stato bello essere lei (soprattutto per la poca cervicale!).


Ho fatto il giro largo, mi sono un po’ persa, ma è bello anche essere me, sapere che sto lavorando per essere l’Alice che vorrei e che chissà, magari guarderò fra 20 anni in una vecchia foto sorridendo intenerita