Piazza De Ferrari, Genova – Settembre 2020
Ci sono momenti nella vita di un libero professionista che non sono molto edificanti o belli da mostrare, quando sei stanco o sfinito da richieste assurde, fatture che hai emesso per lavori fatti d’urgenza saltando weekend e vacanze e che poi non ti pagano per mesi, tasse da pagare, consegne lo stesso giorno perché in fondo non puoi rifiutare un lavoro e anche se le rispetti sempre corri e corri …una lunga maratona.
O tipo ieri sera, quando dopo tutta la giornata di lavoro (di un periodo pienissimo in cui non lavoriamo mai meno di 10-11 ore), all’orario in cui si esce di solito, abbiamo coperto un evento dal vivo, poi siamo tornati in studio per la rielaborazione di alcuni materiali fino alle 22.30, saltando la cena, e poi ancora a casa con una cena di mezzanotte e pochi minuti dedicati al fare una valigia.
Tutto per riuscire a partire qualche giorno, recuperando i weekend saltati, le vacanze che ogni anno sono sempre più corte, per riuscire a riposare un attimo testa (che quella per il nostro lavoro serve) e corpo (che gli zainoni e i set trasportati, le corse per fare tutto, i pasti a caso, lo stress mettono a dura prova).
Tutto questo.
Poi ci sono momenti, presi dall’esterno, come questa foto. In cui ti guardi e pensi “ma sono io?”. E pare di sì. E ti senti meno stanco perché pensi che ci stai riuscendo, con tanti sacrifici, mille e più paure, rischi, errori, ma ci stai riuscendo.
Ma ora sono in auto, con una valigia che ormai ho imparato a fare in 2 minuti e a parte piccole modifiche e consegne all’arrivo, sto per staccare.
Pochi, preziosissimi giorni, ma sto andando nella mia casa del cuore ❤️ se mi cercate sarò sotto una pineta, coi piedi nella sabbia